Osservando certi dipinti antichi talvolta può capitarci che questi ci appaiano particolarmente attraenti fin dal primo momento. Fin qui nulla di strano, ma se ciò accade non è sempre frutto semplicemente di un caso. Ad attrarci, attraverso una precisa struttura nascosta che sostiene l'intera composizione, c'è spesso una geometria voluta e non casuale, che esprime quelle armonie segrete.
Uno tra i tanti esempi possibili è rappresentato da questo stupendo dipinto di Tiziano Vecellio, il "Noli me tangere", osserviamolo con l'aiuto di un decimetro:
l'albero che si erge partendo quasi dal centro del dipinto è privo di alcuni rami dei quali si intravvedono i monconi, cosicchè una consistente parte di cielo si offre libera allo sguardo; la chioma in questo modo inizia quasi bruscamente sul lato rivolto verso il piccolo borgo, come del resto anche il profilo delle case del villaggio stesso si interrompe di netto al primo declinare del terreno verso il basso.
Questi due particolari punti di "interruzione" di continuità nell'albero e nel villaggio, oltre a rappresentare dei veri e propri "attrattori di attenzione", si scambiano vicendevolmente anche il compito diremmo, di "misurare" il cielo nel dipinto a partire da ciascuno dei due punti, che inizieremo ad indicare con "B" per l'albero e con "D" per il villaggio.
Ed è a questo punto che la geometria nascosta inizia a disvelarsi, quando, rilevando che la distanza che intercorre tra A e B è la stessa tra C e D, o quando, la distanza che separa "D" dalla base del quadro nel punto "E", è la stessa "misura" che è prevista per l'altezza totale dell'albero, dal terreno in "G" alla sommità del dipinto in "F"....