venerdì 4 settembre 2009

Armonie segrete



Osservando certi dipinti antichi talvolta può capitarci che questi ci appaiano particolarmente attraenti fin dal primo momento. Fin qui nulla di strano, ma se ciò accade non è sempre frutto semplicemente di un caso. Ad attrarci, attraverso una precisa struttura nascosta che sostiene l'intera composizione, c'è spesso una geometria voluta e non casuale, che esprime quelle armonie segrete.

Uno tra i tanti esempi possibili è rappresentato da questo stupendo dipinto di Tiziano Vecellio, il "Noli me tangere", osserviamolo con l'aiuto di un decimetro:

l'albero che si erge partendo quasi dal centro del dipinto è privo di alcuni rami dei quali si intravvedono i monconi, cosicchè una consistente parte di cielo si offre libera allo sguardo; la chioma in questo modo inizia quasi bruscamente sul lato rivolto verso il piccolo borgo, come del resto anche il profilo delle case del villaggio stesso si interrompe di netto al primo declinare del terreno verso il basso.
Questi due particolari punti di "interruzione" di continuità nell'albero e nel villaggio, oltre a rappresentare dei veri e propri "attrattori di attenzione", si scambiano vicendevolmente anche il compito diremmo, di "misurare" il cielo nel dipinto a partire da ciascuno dei due punti, che inizieremo ad indicare con "B" per l'albero e con "D" per il villaggio.

Ed è a questo punto che la geometria nascosta inizia a disvelarsi, quando, rilevando che la distanza che intercorre tra A e B è la stessa tra C e D, o quando, la distanza che separa "D" dalla base del quadro nel punto "E", è la stessa "misura" che è
prevista per l'altezza totale dell'albero, dal terreno in "G" alla sommità del dipinto in "F"....



ma non solo...



lunedì 31 agosto 2009

Repetita


Giorgione ha tracciato con le sue opere, pur nella sua breve vita, un percorso seguito poi a lungo dalla pittura veneziana del cinquecento, primo fra tutti dal suo allievo Tiziano Vecellio.


Un dipinto di Giorgione in particolare mi ha sempre attratto, la "Venere dormiente" ultimata da Tiziano dopo la morte del maestro nel 1510, suoi il cielo ed il paesaggio; (il ceppo d'albero mozzato che è al centro del dipinto è stato posto dal Vecellio forse a segnale di questa prematura scomparsa, "marcando" così il proprio intervento successivo nella parte superiore del quadro?)


Il paesaggio presenta comunque alcune altre particolarità, vediamole...

...nel dettaglio...



Nel 1511-12 Tiziano dipinse questo "Noli me tangere"...



...ed anche qui...

...nel dettaglio...



Altro dipinto non meno stupendo ...



..."Amor sacro ed amor profano"...

...questo il dettaglio...



Stupenda quest'ultima raffigurazione, che a parte un torrione sovrastante il borgo, è specularmente la medesima degli altri villaggi dei due dipinti precedenti.



Tiziano, sempre nel 1510, dipinse una bellissima "Madonna degli zingari"...



...la quale nel dettaglio...



...contiene la raffigurazione di un lontano paesaggio montano con un particolare edificio ...



...che...

...ci riconduce ancora a lei, alla Venere da cui è iniziato il post.

Ammiriamola ancora una volta!





Altri "repetita" su http://www.gabriopojana.it
alla pagina corrispondente,

per le opere di Giorgione,

mercoledì 26 agosto 2009

Un esempio di sguardo sul mondo: Jan Van Eyck


" In certo senso, ogni realtà è misteriosa per Van Eyck; tutto è per lui unico e singolare ed egli si trova dinanzi all'oggetto come se lo scoprisse per la prima volta.
In un tale universo, ove nulla è intercambiabile, l'accessorio e l'inanimato assumono così il medesimo valore fisionomico di un volto "
.

H. Focillon, Art d'occident, 1938

Eccoci così di fronte a 157 cm di tavola che si aprono davanti ai nostri occhi mostrandoci ciò che un uomo del 1436 intendeva per fare pittura.
Il mondo di Van Eyck è lontano per noi, tuttavia più mi soffermo su questa ormai antica rappresentazione e meno avverto questa distanza, c'è come una sorta di modernità che traspare da come tutto nell'opera è stato osservato e considerato prima di essere dipinto, qualcosa che rimanda alla fotografia, con la sua straordinaria capacità di registrare anche il minimo dettaglio, o all'iperrealismo con il suo dichiarato intento di creare realtà.

Si perchè, al di là della rappresentazione formale che risente del passaggio dal medioevo verso la nuova maniera, qui c'è il lavoro di un uomo che vedeva con occhi nuovi la sua realtà.

Ma veniamo all'opera.



Sulla destra, San Giorgio presenta il canonico Van der Paele alla Vergine; osserviamo più da vicino ...


... la sua armatura, della quale Van Eyck non si è limitato a ricreare gli effetti puramente
metallici,
bensì anche ciò che si rifletteva sulla sua superficie ...




... qualcosa che vediamo anche qui ...



... e qui.



L'immagine riflessa del rosso manto della Vergine e la sua deformazione sulle superfici dell'armatura rappresentano sicuramente il superamento del puro descrivere, pur ridondante di effetti e dettagli.
Questi riflessi da soli, al di là di ogni altra ricca descrizione di oggetti dichiarano lo spirito dell'artista, il suo guardare al mondo per un nuovo "vedere".


Vedi un'altra opera di Van Eyck con alcune sue particolarità nascoste su:
http://www.gabriopojana.it
alla pagina "I grandi capolavori ad olio"

Altre immagini su:
www.wga.hu/frames-e.html?/html/e/eyck_van/jan/index.html

martedì 25 agosto 2009

Questo blog

Questo blog nasce oggi 25 agosto 2009 come estensione al mio sito personale www.gabriopojana.it
Mi interesso d'arte da molto tempo, direttamente come professionista da vent'anni, come passione se pur tra alterne vicende, da sempre.
Interessarmi d'arte, disegnare, dipingere, mi ha dato molto.
Mi ha dato soprattutto una maniera diversa di guardare alla realtà circostante, uno strumento di misura, con il quale valutare ciò che si presenta allo sguardo.
Intorno a questo sofisticato strumento ed a questa misura saranno dedicate le pagine future.

Benvenuti!

Gabrio